Pensare che Trump assuma posizioni pro-Putin (o in generale pro-Russia) e` di una ingenuita` clamorosa.
Da oltre 10 anni (dal 2014, golpe a Kiev) gli Stati Uniti (con la UE a seguito) hanno iniziato una vera e propria guerra contro la Russia convinti di poterla mettere all'angolo, umiliare per...
Pensare che Trump assuma posizioni pro-Putin (o in generale pro-Russia) e` di una ingenuita` clamorosa.
Da oltre 10 anni (dal 2014, golpe a Kiev) gli Stati Uniti (con la UE a seguito) hanno iniziato una vera e propria guerra contro la Russia convinti di poterla mettere all'angolo, umiliare per concentrarsi poi sulla Cina.
Hanno usato l'Ucraina, Paese con quasi 50 milioni di abitanti, un esercito numeroso, una buona industria pesante, le hanno fornito addestramento e armi, supporto logistico e una fitta rete di satelliti per l'individuazione dei bersagli, supporto economico e finanziario, "volontari" e tutto cio` nell'intento di riuscire a riportare sotto controllo "Occidentale" (perche` l'Ucraina e` solo una facciata) le terre del Donbass (notoriamente ricche di risorse energetiche e minerarie) e la Crimea per costituirvi una base militare per controllare il Mar Nero.
Questi gli obiettivi. E una guerra si vince quando e se si conseguono gli obiettivi che hanno dato origine a quella guerra.
Dopo 11 anni di guerra (di cui 3 diretta fra Ucraina/NATO e Russia) nessuno di questi obiettivi e` stato raggiunto, e non c'e` possibilita` che cio` possa succedere nel prossimo futuro.
E contemporaneamente la Cina continua a rafforzare le proprie forze armate, in particolare la propria flotta (con numerose portaerei) rendendo sempre piu` improbabile un conflitto vittorioso da parte degli USA.
Cosa puo` fare un Presidente degli USA "pragmatico" se non cercare di salvare il salvabile. sacrificando il sacrificabile per garantire al proprio Paese almeno la possibilita` di una futura rivincita e la necessaria prosperita` per arrivarci "vivi"?
Quindi cerca possibili accordi, possibili compromessi, dove per ricevere si deve dare, per vedere riconosciute le proprie esigenze di sicurezza bisogna riconoscerle anche all'avversario, dove per preservare le proprie aree di influenza bisogna permettere di conservare quelle che appartengono al proprio avversario.
Se sara` un buon negoziatore, e i rapporti di forza saranno tali da consentirgli una "forza negoziale" (cosa diversa dal negoziare "da posizioni di forza") il costo non sara` eccessivo, e sara` accettabile.
Ed essendo l'avversario un Paese che di guerre ne ha vissute parecchia, vincendole quasi tutte, e che sa` che con i nemici di ora si dovra` vivere insieme anche domani, sapra` evitare inutili umiliazioni e prendere/accettare quello che sara` strettamente necessario.
Tutto qua. Per ora.
Da oltre 10 anni (dal 2014, golpe a Kiev) gli Stati Uniti (con la UE a seguito) hanno iniziato una vera e propria guerra contro la Russia convinti di poterla mettere all'angolo, umiliare per concentrarsi poi sulla Cina.
Hanno usato l'Ucraina, Paese con quasi 50 milioni di abitanti, un esercito numeroso, una buona industria pesante, le hanno fornito addestramento e armi, supporto logistico e una fitta rete di satelliti per l'individuazione dei bersagli, supporto economico e finanziario, "volontari" e tutto cio` nell'intento di riuscire a riportare sotto controllo "Occidentale" (perche` l'Ucraina e` solo una facciata) le terre del Donbass (notoriamente ricche di risorse energetiche e minerarie) e la Crimea per costituirvi una base militare per controllare il Mar Nero.
Questi gli obiettivi. E una guerra si vince quando e se si conseguono gli obiettivi che hanno dato origine a quella guerra.
Dopo 11 anni di guerra (di cui 3 diretta fra Ucraina/NATO e Russia) nessuno di questi obiettivi e` stato raggiunto, e non c'e` possibilita` che cio` possa succedere nel prossimo futuro.
E contemporaneamente la Cina continua a rafforzare le proprie forze armate, in particolare la propria flotta (con numerose portaerei) rendendo sempre piu` improbabile un conflitto vittorioso da parte degli USA.
Cosa puo` fare un Presidente degli USA "pragmatico" se non cercare di salvare il salvabile. sacrificando il sacrificabile per garantire al proprio Paese almeno la possibilita` di una futura rivincita e la necessaria prosperita` per arrivarci "vivi"?
Quindi cerca possibili accordi, possibili compromessi, dove per ricevere si deve dare, per vedere riconosciute le proprie esigenze di sicurezza bisogna riconoscerle anche all'avversario, dove per preservare le proprie aree di influenza bisogna permettere di conservare quelle che appartengono al proprio avversario.
Se sara` un buon negoziatore, e i rapporti di forza saranno tali da consentirgli una "forza negoziale" (cosa diversa dal negoziare "da posizioni di forza") il costo non sara` eccessivo, e sara` accettabile.
Ed essendo l'avversario un Paese che di guerre ne ha vissute parecchia, vincendole quasi tutte, e che sa` che con i nemici di ora si dovra` vivere insieme anche domani, sapra` evitare inutili umiliazioni e prendere/accettare quello che sara` strettamente necessario.
Tutto qua. Per ora.