Ogni tanto mi capita di ascoltare il punto di vista e le analisi di un decano della Università` di Mosca per il complesso delle "Scienze Politiche e di Governo", uomo pragmatico e con i piedi per terra, e da questi suoi interventi iniziano spesso le mie riflessioni.
Se nella vita di un...
Ogni tanto mi capita di ascoltare il punto di vista e le analisi di un decano della Università` di Mosca per il complesso delle "Scienze Politiche e di Governo", uomo pragmatico e con i piedi per terra, e da questi suoi interventi iniziano spesso le mie riflessioni.
Se nella vita di un individuo (che rispetto alla Storia rappresenta un attimo) il tradimento di un accordo sottoscritto da parte della controparte e` vissuto "male", come inaspettato, immorale, come tradimento appunto, nella vita di un Paese (che nella Storia occupa più` spazio) l'accordo con una controparte deve essere vissuto come un "contratto" risultato dei rapporti di forza che sussistono in quel momento.
Cioè`, se quei rapporti di forza dovessero nel tempo modificarsi a favore di una delle controparti, quell'accordo finirebbe di esistere e varrebbero i nuovi reali rapporti di forza dove chi e` in vantaggio agirebbe per conseguire per se` (e solo per se`) tutti i possibili benefici in barba agli accordi sottoscritti precedentemente.
"Si vis pacem para bellum" questo significa nei rapporti fra Stati: sii sempre pronto a difendere anche con le armi la tua sicurezza e sopravvivenza come Stato.
Quando a capo di uno Stato salgono degli "ingenui" (Gorbačjov e Eltsin furono due di quelli per la Russia), il "para bellum" viene accantonato come dimostrazione di "sinceri intenti di pace" con i risultati che abbiamo visto.
Anche Putin passo` il suo periodo di "ingenuità" specie nei primi 5-8 anni di governo del Paese. Poi fortunatamente comprese (il suo discorso di Monaco del 2008) e riprese il "para bellum" che e` ancora in corso.
L'amore ed il rispetto per il "Diritto" e` una buona cosa, ma il "Diritto" (le leggi) di che cosa sono il risultato se non della volontà delle classi dominanti in quel periodo di quel determinato Paese?
E lo stesso per quanto riguarda il "Diritto Internazionale".
Chi domina nell'arena mondiale, sulla base dei rapporti di forza esistenti in quel momento storico, detta le leggi.
La Bibbia stessa, considerata "Libro Sacro" immutabile dove sono enunciati principi fondamentali della "Civilta` Cristiana" fu riscritta dagli anglosassoni in versione "ridotta" per la "conversione" al cristianesimo degli schiavi.
Lascio a voi immaginare quali parti siano state soppresse e/o modificate.
Se l'azione dell'egemone del momento non "appare" formalmente, i suoi effetti si possono dedurre dalle azioni di chi sarebbe preposto alla difesa/applicazione di quel "Diritto", le "forze ONU".
Neanche sto ad elencare gli esempi di come questo "pseudo-deterrente" abbia agito sempre nella direzione voluta di chi in quel momento era il più` forte.
Tant'è vero che ora in luogo di un "Ordine fondato sul Diritto Internazionale" (in teoria riconosciuto tale da tutti gli Stati), l'Occidente parla di un "Ordine fondato sulle Regole" regole scritte dall'egemone "Occidentale", gli USA, dove diventano validi solo gli articoli del Diritto Internazionale che coincidono con le sue di regole.
Le conclusioni che bisogna trarre sono che il principale obiettivo di uno Stato non e` il rispetto delle regole, del diritto (che si sono dimostrati essere strumento di potere, di pressione, se non proprio di violenza dell'egemone del momento sugli altri), ma la strenua difesa della sopravvivenza della Stato, della sua esistenza in quanto tale.
Nello spazio post-sovietico la Russia deve smettere di essere "ombra", ma diventare soggetto attivo "influenzante" di quei governi, di quelle popolazioni.
E cosi` pure nei Paesi fondamentali per la sua sicurezza (fra cui la Siria).
Questo senza alcuna remora.
Il concetto di "egemonia culturale" gramsciano, che gli "Occidentali" si sono affrettati immediatamente di applicare per se` stessi, deve tornare obiettivo primario della Russia per almeno i prossimi 20 anni.
Peccato che non ci sarò` a vederne i risultati, ma i miei figli si`.
Se nella vita di un individuo (che rispetto alla Storia rappresenta un attimo) il tradimento di un accordo sottoscritto da parte della controparte e` vissuto "male", come inaspettato, immorale, come tradimento appunto, nella vita di un Paese (che nella Storia occupa più` spazio) l'accordo con una controparte deve essere vissuto come un "contratto" risultato dei rapporti di forza che sussistono in quel momento.
Cioè`, se quei rapporti di forza dovessero nel tempo modificarsi a favore di una delle controparti, quell'accordo finirebbe di esistere e varrebbero i nuovi reali rapporti di forza dove chi e` in vantaggio agirebbe per conseguire per se` (e solo per se`) tutti i possibili benefici in barba agli accordi sottoscritti precedentemente.
"Si vis pacem para bellum" questo significa nei rapporti fra Stati: sii sempre pronto a difendere anche con le armi la tua sicurezza e sopravvivenza come Stato.
Quando a capo di uno Stato salgono degli "ingenui" (Gorbačjov e Eltsin furono due di quelli per la Russia), il "para bellum" viene accantonato come dimostrazione di "sinceri intenti di pace" con i risultati che abbiamo visto.
Anche Putin passo` il suo periodo di "ingenuità" specie nei primi 5-8 anni di governo del Paese. Poi fortunatamente comprese (il suo discorso di Monaco del 2008) e riprese il "para bellum" che e` ancora in corso.
L'amore ed il rispetto per il "Diritto" e` una buona cosa, ma il "Diritto" (le leggi) di che cosa sono il risultato se non della volontà delle classi dominanti in quel periodo di quel determinato Paese?
E lo stesso per quanto riguarda il "Diritto Internazionale".
Chi domina nell'arena mondiale, sulla base dei rapporti di forza esistenti in quel momento storico, detta le leggi.
La Bibbia stessa, considerata "Libro Sacro" immutabile dove sono enunciati principi fondamentali della "Civilta` Cristiana" fu riscritta dagli anglosassoni in versione "ridotta" per la "conversione" al cristianesimo degli schiavi.
Lascio a voi immaginare quali parti siano state soppresse e/o modificate.
Se l'azione dell'egemone del momento non "appare" formalmente, i suoi effetti si possono dedurre dalle azioni di chi sarebbe preposto alla difesa/applicazione di quel "Diritto", le "forze ONU".
Neanche sto ad elencare gli esempi di come questo "pseudo-deterrente" abbia agito sempre nella direzione voluta di chi in quel momento era il più` forte.
Tant'è vero che ora in luogo di un "Ordine fondato sul Diritto Internazionale" (in teoria riconosciuto tale da tutti gli Stati), l'Occidente parla di un "Ordine fondato sulle Regole" regole scritte dall'egemone "Occidentale", gli USA, dove diventano validi solo gli articoli del Diritto Internazionale che coincidono con le sue di regole.
Le conclusioni che bisogna trarre sono che il principale obiettivo di uno Stato non e` il rispetto delle regole, del diritto (che si sono dimostrati essere strumento di potere, di pressione, se non proprio di violenza dell'egemone del momento sugli altri), ma la strenua difesa della sopravvivenza della Stato, della sua esistenza in quanto tale.
Nello spazio post-sovietico la Russia deve smettere di essere "ombra", ma diventare soggetto attivo "influenzante" di quei governi, di quelle popolazioni.
E cosi` pure nei Paesi fondamentali per la sua sicurezza (fra cui la Siria).
Questo senza alcuna remora.
Il concetto di "egemonia culturale" gramsciano, che gli "Occidentali" si sono affrettati immediatamente di applicare per se` stessi, deve tornare obiettivo primario della Russia per almeno i prossimi 20 anni.
Peccato che non ci sarò` a vederne i risultati, ma i miei figli si`.