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  1. Facebook a pagamento: lo scandalo sul nulla (di Franco Marino)

    Da quando ho lasciato il precedente giornale per il quale scrivevo, il mio ex-direttore - che non l'ha mai digerita (anche se non lo ammetterà neanche sotto tortura) - non fa altro che contattarmi in privato ogni volta per spiegarmi per filo e per segno perché a lui i lettori fanno schifo. La sua tesi, sostanzialmente, è che il lettore medio sia cretino mentre io sostengo che in realtà il lettore vada guidato, senza essere insolentito. Sono punti di vista diversi. Ma la pensiamo così...
    Appunto! Inoltre si può non citare i dati personali : professione, luogo di abitazione, ecc ecc. Si può non mettere foto personali, o di figli, o di parenti, di ristoranti, di convivi. Si può non far sapere ai ladri che si é in viaggio, che la casa é vuota. P.S. tutti quelli che si definiscono blogger o giornalisti pensano che chi disapprova ciò che scrivono sia scemo.
     
    Io sono uno di quelli che, in oltre quattordici anni e qualcosa come otto o nove profili aperti, non ha mai inserito né un dato personale vero né una foto di sé riconoscibile. SOno in clandestinità, non sono famoso, ma ho la mia privacy.
     
    Però pagano il canone Rai per (non) guardare i nei di Bruno Vespa, le decrepite messaline della domenica pomeriggio e le mistress attempatelle della disinformazione. Contenti loro...
     
    M
    "i social non esistono perché vogliono spiarci ma perché l'uomo medio - compreso il sottoscritto, sia chiaro, anzi "compresi tutti" - è una persona bisognosa di attenzioni e di sentirsi stimato per ciò che fa, mettendo in mostra le proprie qualità, illudendosi che se si impegna un po' di più, potrà diventare Presidente del Consiglio oppure coniglietta di Playboy. I social nascono per questo e per nient'altro che questo: narcisismo, vanità, esibizione."

    L'unico punto che mi sento di criticare è questo, nel senso che il fine dei social non credo sia, nello specifico, gonfiare la vanità del singolo, ma nemmeno che, in principio, siano nati per spiarci.

    Le potenzialità, positive e negative, dei social si sono scoperte nel tempo e certamente è molto semplice sfruttare l'egocentrismo individuale per trarre informazioni, dati sensibili e quant'altro.
    Ognuno di noi può agire per limitare l'influenza dei social nella propria vita, sapendo che, in ogni caso, o tramite la pubblicità o tramite l'obolo, non possiamo liberarci totalmente di questo mezzo.
    A meno di non rinunciarvi tramite la cancellazione dell'account, ovviamente.
     


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  2. IT-ALERT
    Ho deciso, su richiesta anche di tanti amici e contatti, di scrivere un testo di esposto denuncia,che renderò pubblico e accessibile a chiunque ne voglia disporre e utilizzare, contro Governo, Protezione Civile e Autorità delle Telecomunicazioni.
    E' gravissimo il fatto che questa norma del 2020 non sia stata portata a conoscenza dei cittadini attraverso forme pubbliche.
    E' gravissimo che questo tipo di procedura penetri nei dispositivi di proprietà privata violando tutte le norme...
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  3. La sostituzione etnica non esiste (e comunque è una gran bella figata)

    Sono bastate poche parole del ministro Lollobrigida per scatenare l'esercito di indignati che campano di severi moniti e allarmi-fascismo, e stavolta con strilli di un tono sopra la media (già alta) che gli è usuale. Tutta la compagnia circense del progressismo in carriera ha affilato le lingue e ripreso a vedere squadristi sotto al letto, e le immancabili vestali della Memoria, gente che nella vita fa il sopravvissuto all'Olocausto, si è svegliata dal letargo in cui giace passata la...​


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  4. Mentre noi (comprensibilmente) siamo presi dai problemi della quotidianità, dall'attualità nazionale e internazionale, dallo studio e dalla formulazione di nuovi paradigmi e scelte politiche, uno dei settori più gonfiati dai media e dalle aspettative economiche e tecnologiche, inizia a perdere pezzi.
    Il Metaverso, l'invenzione che avrebbe dovuto cambiare il volto del mondo, si sta rivelando un flop... E sì che di tempo, da quando il tema è diventato centrale nel dibattito pubblico ne è...
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