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  • Declino
    Se dovesse finire la guerra tra ucraini e russi, Zelinsky è consapevole...
    • Angelo
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  1. 22 gennaio. Una data buia per la storia della Russia.

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    Accadeva centosessantuno anni fa.

    22 gennaio 1863. In Polonia, Lituania e Bielorussia scoppia la Rivolta di gennaio, animata da un movimento nazionale che mira a sottrarsi al giogo russo e a ricostituire la Confederazione polacco-lituana. Rispetto alla situazione del 1831, i polacchi disponevano non di un esercito regolare bensì di bande di guerriglieri. L'insurrezione venne soffocata solo nel maggio 1864. Gran Bretagna, Francia e Austria tentarono di soccorrere la...
  2. Senza parole

    La notizia è dello scorso luglio, ma apprendo solo ora che alcuni Paesi nord-europei in cui si parla più diffusamente inglese stanno cercando di limitarne l'uso. Olanda, Finlandia, Danimarca e Norvegia, in cui sino ad oggi è stato possibile seguire interi corsi di studi universitari interamente in inglese, hanno in diversa maniera avanzato proposte per limitare questa possibilità e affiancarla all'uso delle rispettive lingue nazionali.

    Il tema è di quelli che mi hanno sempre...​
  3. AAA Crimini di guerra offresi

    Nonostante sia ormai una costante del panorama occidentale, non smetto mai di trovare affascinante il livello sempre più abissale dell'ipocrisia con cui il dibattito pubblico venga costantemente manipolato, sia dai mezzi di comunicazione che dalla classe politica. Dico “affascinante” così come si può restare affascinati da una creatura immonda o da una catastrofe naturale, secondo un curioso meccanismo estetico per il quale ci sono delle cose così brutte, ma tanto brutte, che finiscono...​
  4. SFASCISTI

    Anni fa, dopo il terribile terremoto che falcidiò la popolazione di Haiti, uno dei giornaloni di sinistra che leggevo descrisse quel Paese come “perennemente sull'orlo di una catastrofe”. In effetti bastava qualsiasi evento meteorologico per fare una strage e mandare in tilt l'intero apparato statale di soccorso, e se nella vicina Cuba (che non è certo la punta di diamante mondiale in fatto di servizi) un uragano faceva venti morti, lo stesso giorno lo stesso uragano ad Haiti ne causava...​
    Eloquente il dipinto di Friedrich, Il naufragio della speranza. Correda perfettamente un bel pezzo inframmezzato da fatti di vita vissuta.
     
  5. Parlate di Odessa. Anche Belgrado nel 1998 era al buio. E nessuno ha avuto nulla da dire.
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  6. La Russia sta davvero perdendo?

    Churchill una volta disse che gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e le guerre come se fossero partite di calcio. E non è da escludere che, in questo paradosso antitaliano e dunque sgradevole, vi sia una parte di verità. Lo vediamo dalle domande che affollano, in questi giorni, le newsfeed di tutti i social: Putin questa guerra la sta perdendo o vincendo? Cosa significa davvero la ritirata di Kherson? E infine la domanda delle domande: quali errori ha...
    Obiettivamente per Putin questa, se non è una sconfitta, poco ci manca. Teoricamente avrebbe potuto fare marmellata sino a Kiev in due settimane e se qualcuno ricorda tentò di prendere Kiev nei primi giorni. Certo gli ucraini hanno le stesse perdite dei russi ma hanno due grossi vantaggi psicologici 1) sono i più deboli sulla carta. Un po' come Rocky contro Apollo Creed. Apollo vince ai punti, ma il "vero vincitore" è Rocky 2) gli "invasi" sono sempre più motivati. Putin ha perso la testa? No. È normale che un leader pur intelligentissimo che non ne sbaglia una per vent'anni poi faccia il fatal error pensando che "andrà tutto bene". Si è visto con Napoleone e Mussolini.
    Una sconfitta per la Russia? Forse più per Putin che per la Russia in se stessa. Il vero problema per Putin sarà interno, con molti scontenti di un risultato non brillante comunque la si giri (e con perdite in vite umane troppi alte).
    E poi certo il soft power che i russi non capiscono. E che è stato fatale anche a presidenti americani "non graditi" ovvero di destra: Nixon per il Vietnam (che poi fu quello che alla fine fece meno cazzate rispetto a Johnson e lo stesso JFK) e Bush jr su Iraq e Afghanistan. E notiamo come il disastro di Biden in Afghanistan sia andato subito sottotraccia rispetto a Bush jr (che nonostante tutto i talebani li aveva scacciati). E questo del soft power è proprio un problema della destra. L'unico leader conservatore che ha costruito un soft power è stato Reagan (che ha preso Rambo, inizialmente un film "di sinistra" sul filone anti-Vietnam e ne ha fatto un'icona della sua concezione nazionalistica. Idem con la saga di Rocky dal pugile sfigato anni 70 a quello che tira giù il colosso sovietico)
     
    I russi non vogliono o non riescono a esercitare il soft power in Europa, ma nel resto del mondo vogliono e ci riescono benissimo. Gli americani ormai spadroneggiano in Europa grazie all'hard power: terrorismo (NS2), ricatto economico (sanzioni), intimidazioni (se non sganci soldi e armi potrebbe capitarti qualcosa di brutto), corruzione, controllo orwelliano dei mass media e della cultura dominante.
     
    Mia moglie stessa, russa, lo ammette: perdiamo sempre la guerra della narrazione. Per fare un esempio non americano: guarda che soft power imponente ha creato il Giappone.
    Tu ascolti pop russo? La risposta è quasi certamente no. I russi ascoltano invece il nostro: abbiamo più soft power noi dei russi...
     
    Concordo, ma non è con la musica pop che si induce l'Europa al suicidio. Con quella al massimo riescono ad accattivarsi i bandierinati.
     
    Semmpre sul soft power molti hanno sottovalutato la presa di posizione di Alla Pugacheva contro la guerra. La Pugacheva in Russia è un mostro sacro come Mina e ha in mano tutto il mercato discografico russo come da noi Caterina Caselli. La sua opinione pesa come un macigno e altro che Maneskin o Vasco. Solo che da noi Maneskin e Vasco sono dalla parte del potere. Questo certifica il fallimento di Putin nel creare un soft power interno
     
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