dialetto

My Threads

Blogs

  • Declino
    Se dovesse finire la guerra tra ucraini e russi, Zelinsky è consapevole...
    • Angelo
    • Updated:
    • 1 min read
  1. Se il napoletano sia una lingua (di Franco Marino)

    Il secondo posto ottenuto dal rapper napoletano Geolier ha aperto una polemica circa il fatto che a Sanremo si debba cantare o meno in italiano ma soprattutto su un annoso tema ovvero se si possa considerare o meno il napoletano una lingua o un dialetto. Il che implica per forza di cose di dover stabilire la differenza tra le due cose. Come prima cosa, c'è da dire che Sanremo pullula di canzoni in dialetto - penso alla meravigliosa "Spunta la luna dal monte" di Pierangelo Bertoli con i...
    In Veneto si dice che uno parla "La lengua veneta". A me piace usarla con i miei amici purtroppo si é italianizzata e molti termini intraducibili non si usano più.
    Insardelà = Essere in una folta ressa da non riuscire a muoversi (come una scatola di sardine)
    Baruscàro = un giardino o parco o bosco trascurato dove sono cresciute erbacce e un intrico folto di rami e rovi.
    Ma...secondo te quando si é fatto chiamare Geolier sapeva che in francese significa: secondino, carceriere, guardia carceraria? (Scritto Geôlier) o pensava a..gioielliere???
    In una pagina dove l'ho scritto é venuto giù il finimondo dai tuoi compatrioti, mi sono presa..credo almeno una decina di insulti perché "secondino" é uno che abita a Secondigliano.
     
  2. LA DESTRA IMPOLITICA CHE È "DENTRO DI NOI NEL SONNO"

    di Manuel Berardinucci



    Pier Paolo Pasolini, esponente di una sinistra rurale e antimoderna, “reazionario senza grazia” secondo Marcello Veneziani, cantava le lodi di una “Destra divina che è dentro di noi, nel sonno”, evocando il naturale afflato dell’uomo per il sacro, l’austero e il gerarchico, che riaffiora nei momenti in cui abbassiamo la guardia -il sonno per l’appunto- lasciando prendere il sopravvento ai sorgivi elementi di stabilità della natura umana, così tanto...
  3. L'obbligo di usare l'italiano ovvero come rendere ridicolo il...

    Sin dall'insediamento del governo Meloni, scrissi che questo sarebbe stato il governo del sovranismo cosmetico, fondato sul fumo negli occhi. E finora le attese non sono state disilluse. Non so se l'obiettivo sia quello di rendere ridicoli i sovranisti attraverso proposte oggettivamente imbarazzanti ma più che i fini contano i risultati. E la proposta da parte di Fratelli d'Italia, di multare chiunque, in atti pubblici o nella costituzione delle proprie aziende, usi termini stranieri...
    Faccio notare che in Francia c'e una legge "Legge Toubon" che vieta di usare le parole straniere: nei documenti governativi e amministrativi, nella pubblicità, nelle istruzioni per l'uso di qualsiasi prodotto, nelle indicazioni sul prodotto, nei contratti di lavoro, documenti e non ricordo che altro. Una delle aziende con cui ho collaborato si é vista restituire dai clienti francesi 50.000 termoriscaldatori per acquari perché sulla strisciolina che segnava il "livello minimo dell'acqua" non c'era la traduzione in francese. Guadagno ancora denaro nella traduzione dal francese o da istruzioni per l'uso che scrivo in francese relative a programmi informatici. Le multe che potrebbero mettere, concordo sono ridicole, ma noi stiamo esagerando soprattutto disinformando. Non é ammissibile una bestemmia come "jobs act" che non ho ancora capito linguisticamente parlando cosa significhi (e che io, per un giornale inglese ho trasformato in "unenployement bill" perché non capivano) come non é ammissibile una definizione che, nella lingua originale, ha un significato diverso da quello che si é dato: "smart work" che si vuol far passsre per "lavoro da casa o da remoto" ha un significato assolutamente diverso da "home work" che in buon inglese significa appunto lavoro da casa". Inoltre tutti ormai sanno che la lingua parlata in USA é diversa da quella in UK. Quindi la terminologia introdotta in Italia differisce a seconda dell'esperienza di chi l'ha trascritta.
     
  4. Purché se ne parli

    Sulla questione insetti a tavola la mia posizione è semplice: se qualcuno vuole mangiarli, si accomodi pure. Libertà assoluta. A me fa senso, e a me fanno senso anche le lumache che per molti sono un prelibatezza e le rane che sono una specialità delle mie parti (noi lomellini siamo una versione grezza dei francesi, anche il nostro dialetto è un francese molto meno musicale).
    Il problema è il parlarne. Loro lo sanno. E questo porta al dibattito social. È la reazione da cane di Pavlov...
Top