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  1. Sangiuliano ovvero l'ignoranza è bipartisan (di Franco Marino)

    Prima di iniziare questo articolo, devo confessare - a chi non mi conoscesse personalmente, a chi non abbia letto quelle pillole biografiche con cui ho infarcito qualche mio articolo o post (e che alcuni gradiscono e altri no) - che ho un pessimo ricordo del periodo scolastico e che questo potrebbe vulnerare la credibilità delle mie riflessioni. Non che andassi male, tutt'altro - alla fine me ne sono uscito dal mio liceo classico con un dignitosissimo 83/100 - ma avevo la tendenza ad...
    Ho fatto gli esami di seconda elementare per accedere alla terza, poi un esame per entrare in 'quinta preparatoria' (per accedere ad un istituto privato), poi esami di ammissione alla terza media, poi esami di terza media, poi esami in 2a ginnasio per accedere ai 3 anni di liceo classico, poi esami di maturità quando ti interrogavano su tutte le materie degli ultimi 3 anni, poi università con esami semestrali (che se fallivi dovevi ripeterli dopo sei mesi) ed esami che facevano 'blocco " (se non li superavi non potevi dare gli altri). I 'fuori corso' erano numerosissimi me compresa tant'é che laurearsi negli anni previsti era un ' impresa titanica che riusciva a pochi, di solito i meno abbienti che non si potevano permettere di restare a lungo studenti o che avevano borse di studio. Il biennio di ingegneria era una 'strage degli innocenti'. Si cominciò a cambiare perché era scuola "nozionistica che non informava sul mondo in evoluzione". Vero, anch'io non avrei saputo se fosse nato prima il Colombo con la Nina la Pinta e la Santa Maria o il Galileo col lampadario del Duomo di Pisa, ma...ad ogni esame passato ci sentivamo supereroi pronti a combattere la vita e le sue sfide.
     
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    Sono totalmente d'accordo con te. Anche io, spirito ribelle ed anticonformista, ho sempre sofferto il liceo, con annessa fabbrica di nozionismo, nonostante il mio voto più che egregio conseguito alla maturità ( 90/100). Quanto ai miei compagni: una manica di mediocri e/o falliti, ignoranti e raccomandati, la cui massima aspirazione era appunto essere mantenuti a spese della collettività, cosa puntualmente avvenuta , dal momento che sono quasi tutti imboscati o al comune oppure nella scuola. Dei professori: transeamus. Il più originale ha conseguito due lauree e lavora con passione nella finanza: il sottoscritto.
     
  2. Il giusto disprezzo per gli intellettuali (di Franco Marino)

    Costanzo Preve, prima di morire, lasciò una perla immortale che, una volta che mi trovai a condividerla su Twitter, divenne virale al punto da diventare il mio tweet più popolare. Disse cioè che "questa è la prima generazione in cui gli intellettuali sono più cretini delle persone normali".
    Questa mirabile sintesi può apparire di cattivo gusto e denotare rancore, e tuttavia a volte si dispone di imponenti giustificazioni. Non solo il male che può aver commesso l’oggetto della reprimenda...
    Già la definizione di "intellettuale " la trovo ridicola mi sembra che i loro nomi servano solo ad essere citati da coloro che non sanno chi sia Fabiola Gianotti
     
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