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(Ospito nel mio Blog questo intervento dell'amico, scrittore e docente, Vincenzo Esposito, perché mi pare particolarmente azzeccato a ciò che stiamo vivendo in questi giorni, ancora più preda di una vergognosa manipolazione dei fatti)

Quanto è difficile ottenere una corretta informazione oggi? Per esempio, cosa sanno gli italiani di Robert Francis Kennedy jr? Giusto quelle quattro fesserie raccontate dal giornale di Travaglio, da Repubblica, Corriere, La 7, o anche da Libero e il Manifesto. Questa coloratissima cordata giornalistica, sempre più trasversale, riassume la lunga carriera di RFK con due sole parole: "No vax". Di conseguenza, la stroncatura generale è inevitabile.
Proviamo a dire qualcosa di più.

Quando, nel 2008, Robert Kennedy era ancora nel Partito Democratico e il presidente eletto Obama pensò di affidargli il Ministero dell'ambiente (eh sì, lo so, già questa notizia vi giungerà inedita), nessuno, a sinistra, contestò quella scelta. Anzi, proprio la corrente più liberal e progressista del partito - quella dei Clinton - sponsorizzò la sua candidatura. Kennedy era un avvocato molto rispettato, si occupava di grandi cause ambientaliste, era considerato un uomo colto, un libertario sui temi dei diritti civili, e una persona con una storia di impegno politico indiscutibile, suggellata, tra l'altro, da un cognome D.O.P. (Di Origine Presidenziale). Obama aveva corteggiato a lungo anche Ted Kennedy, il vecchio e potentissimo senatore Dem, fratello minore di John e Bob, ottenendo alla fine il suo endorsement. Nessuno reputava RFK, il giovane della casata Kennedy, uno "stupido complottista", perché non lo era affatto, e non lo è nemmeno adesso. Tra l'altro, Kennedy ha anche una laurea in storia e letteratura americana conseguita ad Harvard.

La nomina di Obama, però, fu bloccata nell'iter di approvazione al Senato, perché i repubblicani tirarono fuori una vecchia storia riguardante un arresto di Kennedy jr per possesso di droga (quale Kennedy non si è mai drogato?). La candidatura di RFK fu bruciata in un istante. La sua carriera si fermò. Cionostante, Kennedy rimase nel partito, e continuò ad occuparsi dei temi a lui più cari: l'ambiente e la salute. Come avvocato ha intentato decine di cause contro le grandi corporations americane e i loro conflitti di interessi, contro le lobby farmaceutiche e i loro legami con la politica. È stato tra i primi a sollevare il grave problema degli additivi eccessivi nella carne venduta negli Usa (Kennedy si batte perché anche in America si arrivi a una regolamentazione più rigorosa sulla carne, come avviene in Europa), e la correlazione tra l'uso incontrollato degli additivi con quella che lui definisce "l'epidemia dell'obesità negli Stati Uniti".

Kennedy non era e non è contrario ai vaccini, si dichiara semplicemente a favore della libertà di scelta sui vaccini, e più in generale, da vecchio libertario, per la libertà di cura. Kennedy è anche a favore dell'aborto. È vero che ha la tendenza ad essere un po' complottista: ma vogliamo fare un piccolo sforzo di contestualizzazione storica e politica e ricordare da dove proviene RFK? Dato il cognome pesante che porta non dovrebbe nemmeno essere una cosa difficile da fare. Proviene dalla storia di un padre (Bob Kennedy) assassinato mentre era in campagna elettorale per le presidenziali, ed era un più che papabile presidente degli Stati Uniti. Un omicidio politico i cui contorni non sono mai stati chiariti. Per non parlare dell'assassinio di suo zio JFK, su cui esistono decine di tesi cospirazioniste, provenienti proprio da quell'area politica che oggi crocifigge RFK, condannandolo senza appello come eretico complottista. La storia dei Kennedy è la storia del Grande Complotto Americano. In quell'America dei Kennedy, essere "complottisti" significava cercare la verità, fare domande, indagare sui rapporti tra il potere costituito e i poteri occulti. Il New York Times e il Washington Post erano, in questo senso, "complottisti"; il grande cinema d'autore americano degli anni 70 era complottista. Gli intellettuali di sinistra erano complottisti. E spesso avevano ragioni fondate per esserlo. Vale la pena ricordare che molte delle tesi "complottiste" di Robert Kennedy jr sulla CIA, per esempio, si sono rivelate vere. RFK, oggi, chiede l'apertura di tutti i file ancora secretati sugli omicidi di suo padre e suo zio.

L'eventuale mandato al Ministero della Salute, che Trump ha dichiarato di volergli affidare (sempre che il Senato non lo siluri di nuovo come nel 2008), non sarebbe comunque sui vaccini. Che sciocchezza! Le priorità di Kennedy, oggi, restano quelle di sempre, quelle di cui si occupa, da avvocato, da 30 anni: la tutela della salute e dell'ambiente, un maggior controllo sulle grandi multinazionali dei farmaci e degli alimentari. Questi sono due dei grandi poteri economici e finanziari americani. Big Pharma e Big Food sono anche dei fili elettrici pericolosi, e Kennedy deve fare molta attenzione. C'è, inoltre, una nuova emergenza di cui RFK ha dichiarato di volersi occupare al Ministero della salute. Anche in questo caso possiamo dire che è stato uno dei primi politici a dare l'allarme. Si tratta del Fentanyl, un analgesico 100 volte più potente della morfina che sta spopolando tra i giovani in America, spacciato e utilizzato come nuova droga a basso costo, e causa il decesso di circa 150mila persone all'anno. Insomma, Robert Kennedy jr è un personaggio molto interessante, non è l'ultimo arrivato, e nemmeno lo scemo del villaggio, come invece cercano di dipingerlo i media corrotti. È sicuramente un politico controverso, un uomo con idee politiche forti e molta determinazione. Ora si trova iscritto nelle fila del partito che una volta era suo avversario, il Partito repubblicano, ed insieme con un presidente eletto altrettanto fuori dagli schemi come Trump. Sono state, però, le sue ben note posizioni pacifiste a indurlo a lasciare il Partito Democratico, oltre alla gestione poliziesca e autoritaria che i Dems hanno adottato durante la pandemia e molto criticata da Kennedy.

Un'informazione che avesse ancora un minimo di dignità professionale darebbe conto anche di questi trascorsi di RFK, non si limiterebbe alla definizione di No Vax complottista. Ce ne sono di cose da dire su di lui. Anche molto critiche, volendo, ma su un piano di valutazione politica. Evitando di mandare in giro gli strilloni impazziti che diffondono la fake news secondo la quale con RFK a capo del Ministero della salute finisce la scienza. Ma i giornalisti della carta stampata e del piccolo schermo, dai Travaglio ai Mentana, dai Formigli ai Giannini, non hanno più alcuna dignità professionale, e nemmeno alcun rispetto per i loro lettori e spettatori, e li trattano come dei deficienti.

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Giuseppe Cozzolino
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