Il titolo è apparentemente scandaloso perché siamo abituati ad un pensiero binario. Davanti all'Occidente "cattivo" dobbiamo cercare "i buoni". E il "buono" è la Russia e tutta la galassia che gravita attorno, al cui capo è la Cina.
Ora, bisogna levarsi dalla testa che esistano buoni in scontri geopolitici. Chi pensa che Putin sia un "liberatore" è ingenuo come i nostri nonni che erano convinti che gli americani fossero liberatori. È un bisogno umano pensare che se c'è un cattivo debba esserci un buono. Gli imperi non sono buoni, non liberano: conquistano. Sempre.
Ma non è la Russia che interessa ora, ma il suo socio in affari più forte e pericoloso, ovvero la Cina.
Sembra che qui la guerra ucraina (guerra che ci riguarda ben poco) abbia fatto scordare il periodo Covid. Soprattutto il periodo lockdown, il periodo del controllo assoluto. Quello propagandato da Conte e dal M5s, movimento molto vicino al Dragone.
La Cina ha esattamente quel modello. Qui sta la grande differenza con la Russia pre-febbraio 2022. Putin può anche essere considerato un autocrate, ma tutto sommato questo si risolveva in uno scontro tra bande mafiose per il controllo del Cremlino: la popolazione comune ne era molto relativamente toccata e nei tre anni a Mosca, a parte qualche ottusità burocratica, non ho mai davvero sentito la mano pesante del Grande Fratello.
La Cina è quella che ha inventato i crediti sociali. Che ha usato il Covid per portare al controllo totale dello Stato sulla popolazione. E se nel tandem Cina-Russia Mosca fosse l'anello forte, avremmo meno da preoccuparci. Ma poche balle, Mosca è l'anello debole, anche se la più demonizzata fra le due (e anche questo particolare è inquietante: perché demonizzare il "Mussolini" e poco o nulla su "Hitler"?).
Una rivolta contro quel modello, non importa se primavera colorata o meno, è auspicabile.
Perché quel modello di controllo assoluto sulle vite delle persone (assente in Russia. E quando Putin ci ha provato, ha fallito) piace, e piace moltissimo in Italia. Perché qualora si imponesse troveremmo dei soloni che comincerebbero a discettare sul fallimento della libertà e come sia "vincente" controllare le persone.
E già sono stati fatti passi in quella direzione.
Qualcuno potrebbe obiettare che anche in Occidente si è imposto un controllo più stringente e Facebook ti profila. Vero. Per ora solo per mandarti pubblicità. Noi non abbiamo ancora provato il credito sociale in tutto il suo splendore.
Poi ovviamente c'è da capire se le rivolte cinesi sono "vere". Ma va detto che sono molto meno coperte a livello mediatico di quelle iraniane, che già puzzano più di primavera colorata (l'Iran si rifà a valori tradizionali ritenuti inaccettabili).
Il modello cinese ateo, materialista e basato sul controllo totale dello Stato dell'individuo piace molto (troppo) anche qui.
Qualora si dimostrasse vincente non sarebbe Xi Jinping a imporcelo. Sarebbero i nostri a "copiarlo" immediatamente buttando nel gabinetto il meglio della civiltà occidentale
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Blog entry 'Dovremmo augurarci il successo delle rivolte cinesi'