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  • Perché rimpiangiamo gli 883? (di Franco Marino)

    Avendo parenti che vivono a San Pietroburgo ma anche a Mosca, ed essendoci stato spesso - e a botte di mesi ciascuna - ho di quel controverso e bellissimo paese che è la Russia un punto di osservazione che ovviamente non mi trasforma automaticamente in un russologo ma almeno mi dà qualche dato per poter parlarne in una maniera diversa da come esso viene descritto dai media, sia quelli favorevoli che quelli contrari.
    Ho visto l'epopea comunista - di cui ricordo poco, essendo davvero...
    Per prepararmi al mio primo viaggio in solitaria nella Russia di Yeltsin ho fatto un mese di esercizi con la mia domestica moldava per parlare il russo, che masticavo bene, con l'accento di Chisinau. Comprai un cappottone marrone orribile, fazzoletto deprimente a fiori, niente trucco, niente parrucchiere, niente monili, brutta da non suscitare voglie. Con non poco timore dato che era terra di gangster supportati dell'Occidente che nello Yeltsin alcolista aveva trovato il suo Zelensky. Come te, negli anni successivi ho assistito al miracolo del putinismo che, non solo ha messo ordine nel paese ma lo ha difeso nelle tradizioni, usi, costumi, religione, famiglia, e, sopratutto Patria (con la P maiuscola) liberandolo anche dai legacci sovietici. Contemporaneamente ho assistito al cambiamento dell'Europa, dove la gente, sopravvissuta alla guerra aveva liberato la creatività in tutti i settori: artistico, economico, tecnico, finanziario, imprenditoriale. Ho visto una rivoluzione inversa alla storia di Pinocchio, degli uomini veri trasformarsi in burattini. Mi dispiace un pochino per la vostra generazione che si trova nel bel mezzo di questa palude. Se posso dare un consiglio di anziana...non rimanete nella zona confortevole del ricordo di "una volta..." State vivendo un'alternanza storica, se passa con la velocità con cui ho visto passare gli eventi, belli e brutti, dei miei 76 anni, riuscirete a vedere ancora anni felici. Statisticamente lo garantisco!😂😂😂
     
    Caro Franco, dagli indizi disseminati qua è là nei suoi articoli, deduco che io e Lei siamo più o meno coetanei, entrambi appartenenti alla generazione dei nati tra la fine degli anni settanta e i primi anni ottanta. Bene, credo che la nostra generazione sia la principale responsabile dell’emergenza educativa odierna (e di tutto ciò che ne consegue), in quanto gli adolescenti di oggi sono figli di uomini e donne nati in quegli anni. Gli anni ottanta, in cui noi siamo stati bambini e/o adolescenti, sono stati caratterizzati dal culto dell’effimero e dei vizi più insulsi. Questa deriva è stata arginata, finché è stato possibile, da adulti delle generazioni precedenti, genitori, insegnanti, zii o anche semplici vicini di casa, che ci hanno contenuto e messo un freno, consentendoci di frequentare una scuola dove abbiamo comunque imparato qualcosa (nonostante fossero già chiari i nuovi indirizzi che avrebbero portato questa istituzione a divenire ciò che è adesso) e costringendoci a limitare le nostre pretese. Una volta emancipata dal controllo dei propri adulti, questa generazione ha però concretizzato quel nichilismo narcisista, logica conseguenza delle pulsioni provenienti da quella società in cui è cresciuta da adolescente. Ed è così che oggi abbiamo uomini di 40-48 anni che dell’effimero fanno la ragione di vita, dalla relazioni sentimentali fino all’educazione dei figli, tirati su senza mai dire un no e lasciati, a loro volta, a sguazzare in un effimero fatto di abiti costosi, uscite serali senza controllo, alcol, droga e nessun interesse al di fuori di tutto ciò. Ciascuno tende a guardare con simpatia ciò che gli ricorda la propria adolescenza, ma la nostra generazione ha delle grosse responsabilità sulla deriva odierna ed è giunto il momento di fare i conti con questa realtà.
     
    Rispondo a Caligorante. Un'autobiografia? Naaa. Primo scrivo sinteticamente, in 10 pagine avrei finito il libro. Secondo non sono nelle grazie delle sinistre, sarebbe un flop.😂
     

    Cosa attendersi a questo giro da Trump (di Franco Marino)

    Queste elezioni presidenziali hanno avuto un "grande" assente: il sottoscritto. Non, ovviamente, perché fossi uno dei candidati né perché io sia il grande editorialista di cui tutto il mondo attende con ansia la somministrazione del Verbo. Ma perché i media e soprattutto quell'opinione pubblica di comuni mortali di cui faccio parte, di tutto l'ambaradan hanno parlato poco e nulla. E questo può avere tante spiegazioni. La prima è che la vittoria di Trump era largamente annunciata...
    "gli italiani fanno una grande fatica a capire che la salvezza non viene dal Liberatore esterno ma dalla capacità di ribellarsi in maniera compatta".
    Questa è, ahimè, una tara che ci accompagna da secoli. L'italiano non ha la consapevolezza innata dei propri interessi, si ricompatta solo se c'è un leader armato di manganello, un partito-Stato o azienda stile PNF, DC o Forza Italia. Ma i partiti e i leader, per quanto influenti e carismatici, passano. E una volta passati, noi si ritorna pecore matte.
     
    Ho già commentato anche qui e poi mi sono annoiata. Quindi...hai ragione. Quello che mi ha divertito é il fallimento nelle previsioni di costoro (copio dalla mia pagina fb e gli aggettivi sono per le foto qui non riprodotte)
    VEDIAMO SE 2 SISTEMI COMPLETAMENTE DIVERSI CI AZZECCANO ❓️❓️❓️❓️❓️❓️❓️❓️❓️❓️
    I 3 bei gnoccoloni hanno appena avviato un'attività (start-up) di ricerche di mercato (marketing research) basandosi su dati raccolti da 'agenti' virtuali ed elaborati da un software di ultima generazione (A.I. o I.A). I loro sondaggi danno vincente K.Harris. L'altro meno gnoccolone ma appetitoso nonostante i suoi 77 anni é Allan Lichtman definito anche "Nostradamus dei sondaggi". Ha azzeccato il vincitore della Casa Bianca 9 volte su 10 grazie ad un suo sistema di valutazione basato sugli effetti comportamentali dei concorrenti. Anche lui afferma che vincerà la K. Harris.
     
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    Hai ragione il popolo italiano non è più in grado di ribellarsi e combattere, e anche su tutto il resto hai ragione. Purtroppo il troppo benessere crea questa situazione.
     

    No, io non sto con Ahou Daryaei (di Franco Marino)

    Uno dei motivi per cui ho lasciato Il Detonatore, il precedente giornale per cui scrivevo, non è - come molti credono - nelle posizioni filoccidentali dei due principali articolisti ma per un certo estremismo, da parte di questi ultimi, nel modo di trattare certe questioni che mi aveva messo in forte difficoltà con i lettori che pure avevo contribuito a portare. Quando uno dei fondatori del progetto dice che bisogna fare un repulisti di tutti i giornalisti e gli influencer politici...
    Copio un mio post che ho scritto in una pagina dei miei contatti che ha pubblicato una vignetta, dove un'iraniana anela ad arruolarsi come pilota di caccia tra le israeliane.""""Le donne degli Haredim (gli ebrei ortodossi) non sono molto diverse. Devono indossare gonne o vestiti a maniche lunghe e coprirsi il capo, niente pantaloni. Non possono divorziare e sono mal viste nella comunità se scelgono di lavorare. In Israele ci sono andata spesso per lavoro, presso gli Haredim i maschi non si avvicinano mai ad una donna, addirittura in aereo se per caso si trovano una donna accanto si fanno cambiare di posto. Nel bus da Tel Aviv ad Haifa, una volta sono capitata con un gruppo di Haredim che non mi volevano far salire, ho tirato un paio di vaffa e sono salita, l'autista mi ha chiesto gentilmente di sedermi dietro ben lontana dai maschi. Gli Haredim non lavorano, vengono mantenuti dallo stato e ricevono una specie di 'reddito di cittadinanza'. Sono tutti agricoltori e vivono della vendita dei prodotti. Non ho mai potuto trattare con loro nei loro kibbutz in quanto femmina (vendevo pompe speciali per l'irrigazione). Ora stanno creando grandi contrasti perché gli Haredim sono esentati dal servizio militare (triennale) ma essendo in guerra da un anno e necessitando di uomini, molti ufficiali dell'esercito spingono lo stato affinché sia più severo e li obblighi a presentarsi se chiamati. Nello stesso periodo viaggiavo per lavoro in Iran ( sistemi idraulici industriali) la mia referente era un ing. Meccanico, come me, vestita come me, con stretti jeans e un lungo maglione (la legge iraniana obbliga le donne a coprire le gambe anche con leggings, e portare camicie o maglie che coprano le cosce e la parte superiore delle braccia, d'estate portavamo camicioni a mezze maniche, (ovviamente con una sciarpina in testa). Ci spostavamo con la sua auto e con altri colleghi maschi fumando entrambe, mai avuto problemi a trattare con i maschi e lei neppure. Lei, ed altre donne che ho conosciuto in Iran, non hanno tutto questo desiderio di trasferirsi in paesi Occidentali che percepiscono come pericolosi e decadenti culturalmente. Vivono con ancora una grande spiritualità e trovano molto rispettoso il comportamento dei maschi nei loro confronti. Non credo proprio che le iraniane sarebbero felici di cambiare il proprio status con le ebree ortodosse. P.S. Alle israeliane é stato concesso, ripeto 'concesso' di pilotare aerei militari solo nel 2004 (in Italia non ci sono mai state preclusioni, la prima donna pilota nell'esercito é entrata nel 2000). Con ciò non dico che l'Iran é un paese libero per le donne, ci sono molte limitazioni, ma sicuramente le donne degli Haredim vivono peggio.
     
    Ero certa che avrebbe avuto questo pensiero in merito al fatto, visto che come sempre su certe questioni è anche il mio (ma tranquillo, ce ne sono anche su cui non concordo, altrimenti sai che noia...😊). Un giorno mi trovai a parlare con donne mussulmane in merito al velo che sempre mi dava irritazione psicologica solo al vederlo, e mi spiegarono il perché e il percome. E nessuna se lo toglierebbe, anche senza un uomo che le possa costringere. Da allora le guardo con altri occhi, pur consapevole che lo metterei solo con una pistola puntata.
     
    Totalmente d'accordo. Tanto piu` che solo un miope puo` non riuscire a vedere il fine di una tale "notizia".

    Se si vuole vivere in un Mondo "multipolare", che poi significa "multiculturale", che poi significa "vario", ed in quanto "vario" sicuramente piu` "libero" di un Mondo "mono-tonale", dovremmo smettere di considerarci "La Cultura", di ergerci a "Giudici Supremi" e prendere atto che esitono (grazie a Dio) "Le Culture".

    E "Le Culture" appartengono (e caratterizzano) Paesi diversi, Popoli diversi, che non hanno alcun desiderio di diluirsi in un "melting pot" all'americana, che desiderano mantenere e difendere la propria identita` culturale senza dover necessariamente piacere a "qualcuno"per poter esistere.

    E questo vale per noi, come per loro, perche` potrebbe succedere in futuro di essere noi al posto di loro.
     

    L'intellighentia

    L'intellighentia del nostro paese, soprattutto di sx ma anche di dx, ha lo scettro per decidere, quale moda o personaggio bisogna portare alle stelle. Si è deciso che ci sono un manipolo di attori, buoni per ogni stagione e per ogni minestra, vedi Favino, Germano ad esempio, non dico che non siano bravi ma si potrebbero chiamare a recitare anche altri...
    Lo stesso vale per i registi si è deciso che Sorrentino, sia il nuovo Fellini o Pasolini, il Sergio Leone partenopeo, già di lui ho detto...
    L'ultimo film italiano che ho visto é stato "La migliore offerta" di Tornatore, che considero un ottimo regista. Ho tentato di guardare in TV "La grande bellezza" e ho girato canale. Evito i film italiani degli ultimi anni perché non capisco il linguaggio, la pessima dizione, la misera recitazione di parole strascicate con inflessioni dialettali romanesche, perfette per un Carlo Verdone, pessime per le mie orecchie.
     

    L'importanza di andare a trovare i nostri cari al cimitero (di Franco...

    Le date più brutte della vita di una persona coincidono con quelle in cui le persone care ci lasciano. O perché ci abbandonano per qualcuno di migliore o perché muoiono.
    E così, chiunque abbia molti cari da piangere, dovrebbe essere un ospite fisso del cimitero, posto dove invece sarò andato sì e no 3-4 volte e soltanto per ragioni legate all'oscena e orrenda burocrazia che ruota attorno a sepolture, cremazioni, esumazioni e via dicendo.
    Da non credente, facevo sempre fatica a capire il...
    Cobdivido.
    Sono sempre stato convinto che ai nostri cari non servissero le nostre visite in cimitero, perché loro di certo non sono lì.
    Poi ho capito che andare in cimitero è una cosa che serve a noi, per ricongiungerci con loro, con il nostro passato, per ricordarci chi eravamo e capire come siamo e si’, anche ricordarci, che questa vita è come una galleria di un’autostrada, ci passiamo ma siamo venuti per - e siamo destinati a - ben altro.
     
    L’importanza del rito, forma di rispetto, esigenza personale di toccare con la mia mano il marmo freddo della lapide e accarezzare la foto di quello che ricorda un periodo felice
    Concediamoci quei minuti di silenzio a chi può parlarci solo attraverso la memoria degli insegnamenti e la gestualità che ci ricorda ogni giorno l’amore ricevuto
     
    L'unica che potrebbe spingermi ad andare al cimitero é la mia amata cognata che é stata un'amica, una sorella, una confidente. La sua urna con le ceneri però é al quarto piano di una specie di condominio formato da tante celle cm 40 x 40.
     
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    Il fardello dell'Uomo Bianco

    Pur non appassionandomi da lunga data alle elezioni americane, sono sottoposto, volente o nolente, ad una pletora di materiale di dubbio interesse e ancor minor obbiettività messo in giro ovunque vi siano schermi accesi. Di conseguenza, non posso fare a meno di notare, come tutti, i temi e soprattutto i toni di un'elezione che, generalmente, è il classico fumo negli occhi per gli idioti che parlano di “grandi democrazie” e “esercizio del libero voto”, anche se, stavolta, visto quanto ho...​
    Bravo! Per questa difesa del maschio bianco che io, femmina, sto sostenendo caparbiamente, da sempre. Da giovane scherzando (ma neanche troppo) affermando che Dio (se esiste) ha creato due cose meravigliose, il vino e i maschi. Ora da vecchia, dopo aver lavorato per 45 anni quasi solo con maschi, vengo considerata la pasionaria dei gameti maschili. Proprio perché ne ho conosciuti tanti professionalmente (e abbastanza intimamente) condivido il loro stato attuale messo in ridicolo dai nuovi finocchi (anni che non uso questo termine ma non sopporto più 'gay') che umiliano se stessi e il genere a cui naturalmente appartengono, con oscene pagliacciate. A questi si aggiungono le ipocrite femministe che hanno ucciso "l'uomo ragno", quello che fischiava "bella gnocca" quello che dovevi tenere a bada perché sbavava solo a vedere un pezzo delle tue cosce, quello che, quando diventava il tuo compagno, ti faceva sentire una dea.Penso che si capisca che l'ho buttata in vacca, ma la frustrazione che ho percepito durante l'ultima "Festa degli Alpini" a Vicenza, ai quali alpini i vigili, con un volantinaggio, hanno raccomandato di non lasciarsi andare in apprezzamenti anche gentili nei confronti delle donne per evitare problemi mi ha fatto capire che si é toccato l'apice dell'umiliazione del maschio bianco.
     
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