Ritrovare la strada di casa
Il modello cinese sarà anche speculare a quello americano, ma è un modello vincente, una macchina che produce risultati, sugella relazioni durature e riscuote simpatie presso i popoli giovani e affamati e non solo: di recente Pechino ha saggiato la potenza del proprio soft power rafforzando la partnership con Seul e Tokyo, per la gioia di "re bomba" Kim Jong-un e del Grande Judoka del Cremlino. Mosca viceversa deve svenarsi ed estirpare in maniera crudele un paio di generazioni di una etnia considerata "sorella" per avere ragione di una ex provincia prostrata da trent'anni di malversazione angloisraelita. Deng Xiaoping viene tuttora demonizzato a destra e a manca perché pensava in grande, disprezzava - giustamente - il “socialismo della povertà” sovietico basato sull'egualitarismo e l’autosufficienza, fulminava i bru bru dell'ortodossia marxista con battute al fulmicotone venate di reminiscenze confuciane: “Chi sa nuotare sopravvive, chi non sa nuotare annega”; “Dove c'è il sistema americano vedo prosperità, dove c'è il comunismo vedo miseria”. Senza denigrare o idolatrare, del paradigma cinese, che ricorda il socialismo nazionale di Beneduce in voga anche durante la Prima Repubblica, qualcosa sappiamo, ne conosciamo i punti di forza e i limiti. Lo stesso non possiamo dire del sistema invalso nella Federazione Russa. A me personalmente sfuggono l'essenza e l'efficacia della presunta "terza via" oligarchico-mafiosa in salsa kosher (che, fatte le debite proporzioni, è la formula che ha rovinato l'Italia della seconda Repubblica) incarnata da Putin, che da vent'anni cerca, con risultati diseguali, di tenere insieme i cocci di una nazione ancora frastornata dal crollo del muro di Berlino nonché di ricreare qualcosa di simile all'ordine di Jalta. Su cosa si fonda la tanto sbandierata alterità antropologica, quasi messianica, che molti attribuiscono alla Moscovia (che stranamente tutti i vicini temono e/o detestano), nessuno è in grado di spiegarlo con precisione. In ogni caso l'Italia deve ritrovare la strada di casa, recuperare la propria vocazione e rispolverare la ricetta (azzerare le tasse sui redditi da lavoro, protezioni statali ove serve, libertà d'impresa) che l'ha resa ricca come non mai nel secolo scorso. Ma prima occorre riagguantare un minimo di sovranità.