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La grafia e la pronuncia corretta è glielo dico. Ce lo dico è una forma popolare da considerarsi errata.

Cerchiamo di capire perché. Innanzitutto è bene fare una serie di passaggi preliminari che aiutano a comprendere il meccanismo che sta dietro a questa espressione.

In primo luogo vediamo che glielo è formato da gli + lo. In genere, infatti, il pronome personale gli – che indica un complemento di termine, a lui, a lei, ad esso, ad essa, a loro – si trasforma in glie quando è seguito dai pronomi personali diretti alla terza persona lo, la, li, le e ne, a cui si attacca.


Esempio 1: Glielo porti domani? > Lo porti a lui/lei/esso/essa/loro domani? > Porti questo a lui/lei/esso/essa/loro domani?

Esempio 2: Gliela porti domani? > La porti a lui/lei/esso/essa/loro domani? > Porti questa cosa a lui/lei/esso/essa/loro domani?

Esempio 3: Glieli porti domani? > Li porti a lui/lei/esso/essa/loro domani? > Porti questi a lui/lei/esso/essa/loro domani?

Esempio 4: Gliele porti domani? > Le porti a lui/lei/esso/essa/loro domani? > Porti queste cose a llui/lei/esso/essa/loro domani?

Esempio 5: Gliene porti domani? > Ne porti a lui/lei/esso/essa/loro domani? > Porti un po’ di queste cose a lui/lei/esso/essa/loro domani?

Tuttavia i pronomi me, te, ce e ve – ossia pronomi personali con funzione di complemento di termine che si riferiscono a tutte le altre persone: la prima e la seconda singolare e la prima e la seconda plurale – seguiti da lo, la, li, le e ne non danno luogo a un unico vocabolo ma rimangono termini distinti. Vediamo l’esempio con la prima persona plurale.

Esempio 1: Ce lo porti domani? > Lo porti a noi domani? > Porti questo a noi domani?

Esempio 2: Ce la porti domani? > La porti a noi domani? > Porti questa cosa a noi domani?

Esempio 3: Ce li porti domani? > Li porti a noi domani? > Porti questi a noi domani?

Esempio 4: Ce le porti domani? > Le porti a noi domani? > Porti queste cose a noi domani?

Esempio 5: Ce ne porti domani? > Ne porti a noi domani? > Porti di queste cose a noi domani?

Per riassumere solo alla terza persona i pronomi atoni vengono univerbati dando vita alle espressioni glielo, gliela, glieli, gliele e gliene, rimarranno invece staccate me lo, te lo, ce lo e ve lo, oltre a me la, te la e così via.

Di per sé, quindi vediamo che esistono sia la forma glielo e la forma ce lo, ed entrambe sono complementi di termine: nel primo caso glie vuol dire a lui/lei/esso/essa/loro, mentre nel secondo ce vuol dire a noi.

Ecco dimostrato perché l’espressione ce lo dico è sbagliata: se la sostituiamo con il complemento di termine si ottiene una frase senza senso, ossia dico questo a noi. In genere, tuttavia, non succede che io dica una cosa a un gruppo a cui appartengo, poiché non potrei essere allo stesso tempo il soggetto dell’azione e quello a cui l’azione si riferisce.

Inoltre la particella ce può essere usata come avverbio quando indica , in quel posto, nel luogo di cui si parla. Anche in questo caso è chiaro che l’associazione con dire è del tutto ingiustificata.

Esempio 1: Deve andare in stazione domani per le 13. Ce la porti tu? > La porti tu in stazione? Esempio 2: Ce le porti domani? > Le porti a noi domani? > Porti a noi queste cose domani?

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Franco Marino
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