"Childfree"

Credo che non serva dover dimostrare che pubblicita` (propaganda si diceva una volta), testimonial, influencer e via cantando "influenzano" il comportamento dei consumatori. Non a caso le spese del marketing pesano notevolmente su certi tipi di prodotto "non indispensabili". Lo so per esperienza...

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Credo che non serva dover dimostrare che pubblicita` (propaganda si diceva una volta), testimonial, influencer e via cantando "influenzano" il comportamento dei consumatori.
Non a caso le spese del marketing pesano notevolmente su certi tipi di prodotto "non indispensabili".
Lo so per esperienza personale avendo lavorato a lungo in posizioni di responsabilita` nel campo dei cosmetici.

Quindi certe scelte personali, individuali che l'individuo ritiene di aver fatto in totale autonomia sono in realta` soggette, influenzate (volenti o nolenti, esplicitamente o subliminalmente) in misura piu` o meno importante dal "marketing".
Politica compresa.

Qui il nocciolo della questione che desidero affrontare.

Mentre la decisione di un individuo sul cosa fare della propria vita e` personale e sacrosanta, la pubblicita`, la propaganda di quel "che cosa fare della propria vita" ha implicazioni che vanno ben olte la sfera individuale, implicazioni e conseguenze che si diffondono, si moltiplicano nella collettivita`.

Di questo chi governa non puo` non tenerne conto.

Ad esempio in Russia sta per essere discussa alla Duma (Parlamento) una legge che proibisce e sanziona la propaganda dello stile di vita denominato "chilfree", cioe` "senza figli e` bello".

La ragione e` molto semplice: la demografia di un Paese determina la sopravvivenza o meno di quel Popolo in quanto tale, di quella "Civilta`", e preservarla (facendo tutto il possibile) e` uno dei doveri di chi governa.

Sempre ammesso che fra gli obiettivi di quel Governo ci sia la sopravvivenza del suo Popolo come tale e della sua "Civilta`"

In caso contrario bisognerebbe porsi delle domande.
 
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