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Una mia riflessione su HOWARD PHILLIPS LOVECRAFT e, sulle innumerevoli strumentalizzazioni attorno al suo nome: il mio primo contatto col Solitario di Providence fu l'antologia Mondadori di Fruttero e Lucentini, criticatissima dai puristi di HPL, e l'antologia Fanucci "I Miti di Cthulhu", a cura di August Derleth, che in realtà raggruppava in gran parte eccellenti racconti di altri scrittori e degli splendidi saggi di Dirk Mosig e del duo Gianfranco de Turris/Sebastiano Fusco.
Poi arrivarono sia i volumi di Fanucci a cura di Pilo/Fusco che quelli a cura di Giuseppe Lippi.
Un universo narrativo ed un autore che hanno sempre acceso polemiche sanguinose attorno a sè, con accuse di nichilismo, razzismo, sessismo e chi più ne ha più ne metta. Al punto che i democraticissimi USA sono arrivati a rimuovere anni fa la sua immagine dai premi World Fantasy Award definendo "tossica" la sua eredità (però, gli IPOCRITONI, continuano a specularci alla grande con film, fumetti, serie tv, videogame, etc etc).
Ma, al di là di queste miserie, restano pagine e pagine di storie straordinarie e visioni raggelanti che ti si stampano nella mente e non ti abbandonano più: il Grande Cthulhu che dorme nella città perduta di R'Lieh negli abissi più profondi del mare, l'inconcepibile Orrore di Dunwich frutto di orrendi commerci tra umani ed esseri che non sono di questo mondo, gli alieni Mi-Go provenienti dal Pianeta Yuggoth (protagonisti del racconto "Colui che sussurrava nelle Tenebre"), i folli esperimenti di Herbert West Reanimator (diventato anche protagonista di una serie di film horror dal più che discreto successo), gli uomini-pesce di Innsmouth e via fantasticando.
Meraviglia e Terrore così indissolubilmente legate e che costituiscono il cuore della migliore Letteratura Fantastica.
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Giuseppe Cozzolino
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