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Nella rubrica/trasmissione audio di ieri (Fort Apache) che ho tenuto su Clubhouse con l'amico Giovanni Costantino per il canale Culturaitalia, un addetto ai lavori mi spiega diligentemente come certe scelte "politically correct" dell'industria cinematografica (la sirenetta nera, la rappresentazione delle "diversità" etc etc) siano solo il frutto di valutazioni commerciali, studi e sondaggi preventivi e non certo di "riunioni massoniche di incappucciati" che vogliono indottrinare le persone.
Tutto razionale in apparenza, se non fosse che queste scelte non sempre si rivelano vincenti sul versante commerciale (vari flop lo attestano come il Pinocchio di Zemeckis, che pure presentava una fatina "inclusiva") e nonostante ciò si insiste nel portare avanti sempre nuove produzioni sulla stessa falsariga (la Sirenetta o Biancaneve) e che promuovano questi adattamenti puntando quasi tutto proprio sul "blackwashing" dei personaggi.

Quanto ai massoni, ieri ci occupavamo dell'attore Eddie Murphy che guarda caso è massone come tantissimi altri attori e produttori di Hollywood. Tra il credere che la Massoneria sia una setta satanica che pratica il lavaggio del cervello e beva il sangue dei bambini o che sia un semplice circolo sportivo dove la gente gioca a scopone scientifico la domenica, forse ci sono infinite vie di mezzo. Senza per questo essere "complottardi".
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Il problema è proprio questo: a parlare della Massoneria come qualcosa di diverso da un dopolavoro ferroviario di un tempo si finisce derisi o, peggio cancellati. Quando dai legami fra Mafia e Massoneria (recentemente scoperchiati da inchieste della magistratura) risulterebbe tutt'altro quadro.
 

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Giuseppe Cozzolino
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