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Di lui mi resta un ricordo personale. Un giorno ero in macchina, ero l'autista e l'assistente personale di una bambina disabile, ormai tanti anni fa. Tamponammo l'auto (che per la verità si fermò di colpo) e scese Diego che non soltanto non chiese i danni ma offrì un gelato a tutti noi alla più vicina gelateria. Immaginatevi la ressa.
E fu purtroppo anche quest'invadenza ad impedirgli una vita normale, accentuando i suoi problemi.
La gente, prima di giudicarlo, dovrebbe conoscere la sua vita.
 
Io sono russa ma vivo a Portici da tanti anni. Non ho fatto in tempo a vedere i bei tempi, non sono anziana a sufficienza. Ma Maradona per noi russi e in generale per gli amanti del calcio è un'icona come lo è a Napoli.
 
Ancora ricordo ahimè quando i tuoi connazionali dello Spartak Mosca ci buttarono fuori dalla Coppa dei Campioni ai rigori, con Incocciati che pochi minuti prima aveva preso il palo.
Sarebbe cambiata la storia di quella stagione. E forse del Napoli.
 
Io sono di Genova, non di Napoli. Maradona è stato talmente un'icona che quando morì il mio cellulare fu inondato di whatsapp di genoani e sampdoriani che mi mandavano il link della notizia.
Il 25 Novembre del 2020 è stato davvero un giorno bruttissimo per tutto il calcio e non solo.
 
Eccessivo, come tutti gli animi davvero grandi. Ovvio che per certo pensiero borghese fosse inaccettabile. La sua caduta fu meno inattesa di quanto non potesse sembrare a chi prestava fede alla stampa di regime.
 

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Giuseppe Cozzolino
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