G
Reaction score
1,383

Il 5 gennaio Francia e India si sono incontrate (di nuovo) per il dialogo strategico tra le parti.
La notizia, come tutte quelle che riguardano il resto del mondo (meglio parlare di come veste il marito della Meloni) non viene toccata dai media nostrani, eppure una qualche rilevanza per noi e per il mondo l'avrebbe.

Con l'intervento russo in Ucraina siamo entrati in una nuova fase, in cui gli Stati iniziano ad organizzarsi in gruppi. Abbiamo visto rafforzarsi la collaborazione tra BRICS e aumentare il numero di paesi interessati ad aderirvi; una serie di riunioni euroasiatiche e la Russia salire al decimo posto per PIL (non dovevano finire i missili a maggio?)

In questi blocchi, vi sono poi dei sottogruppi o singoli paesi meno allineati.
La Repubblica Popolare Cinese è leader de facto dei BRICS: ha cassato IBSA (India - Brasile - Sud Africa) e espulso (complice l'incapacità strategica di Bolsonaro) i capitali brasiliani dall'Africa lusofona e dal petrolio nigeriano. Lo stesso ingresso del Sud Africa nei BRICS, spinto da Pechino, non ha trovato -in principio- accoglienza positiva da parte indiana.

Qui entra la Francia: paese che ha puntato sul nucleare per essere indipendente e dare un segnale.
La scelta nucleare oggi rivela la corda: con la rivolta in corso nei paesi centro-africani (ex colonie), la Francia rischia di perdere la fornitura di uranio che le ha permesso una politica energetica così peculiare.
Il nucleare, non messo bene tra contestazioni ecologiste e investimenti di partenza enormi (con costi e tempi che lievitano), rischia di perdere un'altra freccia al suo arco.

L'incontro India-Francia avviene tra due outsider (o aspiranti tali). L'India è un gigante demografico ed economico (diventerà la terza o seconda economia mondiale in 15 anni); la Francia è un paese vecchio e destinato a un lento e costante declino (presto o tardi, quella bilancia commerciale sarà insostenibile, dovranno fare i conti con un debito simile a quello italiano e una società meno compatta). Dietro i fasti di Re Macron, la Francia è il grande malato d'Europa.

I due paesi, già negli anni passati, avevano siglato varie collaborazioni proprio nel settore energetico (ossessione di Parigi, dove ancora del tutto tonti non sono); così, nel 2019 Parigi si era impegnata ad assistere Nuova Delhi nella costruzione di sei reattori nucleari (piccolo dispetto a USA, Cina e Russia) e a novembre dell'anno passato hanno annunciato l'apertura di due gigafactory in collaborazione per ridurre la dipendenza dalla Cina (vero leader del settore; Tesla e Elon Musk non pervenuti).

Multipolarismo, complessità, caos, pluralità: questo è il mondo che ci attende. Tanti attori in competizione tra loro, alcuni con fini più manifesti, altri meno.
Le vere novità del multipolarismo non saranno l'ascesa cinese, il condominio sino-russo o i BRICS, quanto il crescere di comportamenti eterodossi negli schieramenti, avremo più India e Francia che Bulgaria e Italia (rifacendoci ai due fedelissimi della prima Guerra Fredda).
  • Like
  • Love
Reactions: Gabriella, Mina Vagante, CiroBasile and 23 others
A
Alice Lattanzi
Quando mi sono mancati i tuoi post!
G
Gabriele Germani
cercherò di essere più presente :)
Top