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Quando ero all'inizio della mia attività come informatico, il livello del mio inglese era veramente basso, del resto era l'unica materia che nei due anni in cui la praticai al ginnasio, rischiò di farmi prendere i "corsi di recupero", l'equivalente di quello che una volta era essere rimandati a settembre. Non che io non fossi in grado di formulare nessuna frase ma di inglese ne capivo relativamente poco. Sicché, quando decisi di affidare i miei siti ad un provider di server dedicati stranieri, fui costretto a dover imparare velocemente la lingua, anche perché all'epoca google translate non era affidabile come oggi.
Questa cosa generò un divertente equivoco. Accadde che mi arrivò un messaggio da parte dell'azienda che teneva il mio server, che mi informò che il mio account era in "delinquency". Così mi armai di tutto quel po' di inglese maccheronico che sapevo e gli inviai un messaggio carico di insulti dove gli dissi "My sites are totally clean and i'm an honest person" per poi proseguire dicendo "delinquent sarà your mother, your sister, your granny" e via insultando tutti gli organismi pluricellulari di sesso femminile di pertinenza dei dipendenti dell'azienda.
Fortuna volle che nella ditta ci fosse un italiano che mi chiarì che loro non intendevano dire che io fossi un delinquente nel senso classico del termine - cioè di quelli che vanno a fare rapine, scippi, omicidi etc. - ma che "delinquency" indicava un'inadempienza finanziaria, cioè in pratica io ero in ritardo nel pagamento del server.
Da quel dì, e ormai sono passati quasi venticinque anni, il mio inglese è molto migliorato - non fosse altro che per evitare di ritrovarmi l'FBI a casa perché ho smadonnato contro qualcuno - e il livello raggiunto mi ha fatto rendere conto di quanti "false friend" è piena la lingua inglese. "Confidence", per esempio, non significa "confidenza" ma "fiducia". E potrei indicarne almeno altri cento.
Un fenomeno simile si ritrova in moltissimi altri ambiti. E col covid abbiamo ironizzato un po' tutti sul gioco di parole positivo/negativo, dove la negatività è una notizia positiva e la positività una notizia negativa.
E la stessa cosa si verifica anche nel diritto dove alcuni concetti, a cui erroneamente diamo un significato di un certo tipo nell'uso comune, in realtà ne indicano altri.

Pare infatti che, alla notizia della condanna all'ergastolo di Turetta, Elena Cecchettin - sorella di Giulia, la vittima - si è lasciata andare ad un'intemerata contro la sentenza pronunciando le seguenti - agghiaccianti - parole: "Una sentenza simile, con motivazioni simili in un momento storico come quello in cui stiamo vivendo, non solo è pericolosa, ma segna un terribile precedente". Secondo la ragazza, infatti, i giudici avrebbero creato un pericoloso precedente asserendo che non c'era crudeltà nell'omicidio della povera ragazza. E questa è una sciocchezza, al netto del fatto che bisogna chiarire, sin dal principio, che per il terribile lutto vissuto, i congiunti della povera Giulia vanno assolti a prescindere. Alla vittima di un terribile reato andrebbe a mio avviso concesso una sorta di scudo penale che permetta loro di dire qualsiasi sciocchezza gli passi per la testa. Ciò non significa che non sia, giustappunto, una sciocchezza.
La crudeltà è uno dei più fulgidi esempi di "false friend" applicato al diritto. Infatti quando i giudici della corte hanno escluso l'aggravante della crudeltà, in molti si sono sorpresi. E questo è un fenomeno piuttosto frequente. Spesso, nell'usare una parola a casaccio, snaturiamo la sua origine etimologica, proprio come si fa col concetto di "delinquency". Infatti, col tempo, il concetto di crudeltà si è "evoluto" fino a far passare il principio che una persona crudele sia cattiva. Invece, la crudeltà è un'altra cosa. Secondo il dizionario, è il compiacimento nei confronti dell'altrui dolore o avvilimento. Il mafioso che fredda un rivale con una pallottola in testa è un criminale ma non è una persona crudele. Il suo obiettivo non è, infatti, infliggere un'inutile sofferenza alla sua vittima ma, semplicemente, eliminarla. Se, invece, prima di ucciderlo, gli spara volontariamente sulle palle o in punti che gli procurano, volutamente, una morte lenta e dolorosa, ecco la crudeltà. Tutti elementi di cui il diritto non può non tenere conto quando formula una sentenza. E nel caso specifico della condanna di Turetta, la Corte ha semplicemente detto che l'assassino l'ha uccisa ma non col preciso scopo di provocarle una sofferenza, senza che questo non abbia comportato alcuna riduzione della pena che è quella massima prevista per l'omicidio volontario, ossia l'ergastolo. E questo è assolutamente in linea con la grammatica del diritto che non ha lo scopo di "vendicare" la vittima ma di fare giustizia, in quanto deve misurarsi con la prospettiva che una circostanza aggravante ininfluente oggi possa divenire influente in un'altra circostanza.

La cosa grave non è che questo errore l'abbia commesso la sorella della vittima, che ha pieno diritto di dire le sciocchezze che vuole. Il suo stato emotivo autorizza qualsiasi sfondone. E' grave che a nutrire l'ignoranza giuridica siano i media, i quali hanno dimostrato, in questa vicenda, di non aver alcun interesse a fare giustizia ma soltanto a trarre la massima utilità dal filone alla moda del cosiddetto "femminicidio". Ma che chi si occupa di comunicazione non abbia alcun senso di responsabilità, questo era chiaro da tempo.
Alla fine cosa resta di questa orrenda storia del delitto di Giulia Cecchettin? Una ragazza morta, un ragazzo che passerà il resto della sua vita in galera, una famiglia distrutta, un'opinione pubblica sapientemente spaccata in due da media non interessati ad evitare che certi fenomeni si ripetano, ma anzi desiderosi di crearne altri per poterne trarre un profitto e, dunque, sempre più ignorante.
Quanto di peggio.

Franco Marino



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Comments

Che la sorella abbia il pieno diritto di dire la qualunque non sono d’accordo e poi troppi punti interrogativi su questa vicenda.
 
Concordo, è stato un processo mediatico utile a soddisfare un certo pensiero da inculcare nel popolo.
Sul termine giuridico "crudeltà", l'autore ha spiegato perfettamente il significato e ancora una volta messa in evidenza la manipolazione della comunicazione per creare divisioni e confusione.
 
Bravo mi hai insegnato qualcosa, neanche io avevo capito esattamente cosa volesse dire che non c'era crudeltà. In effetti detto come fanno nei TG fa pensare quello che hanno capito milioni dinitaliani come me. Per il resto il comportamento dei familiari di questa povera ragazza non mi piacciono per nulla, sin dall'inizio.
 


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